La condizione femminile
Le donne non in tutti i paesi del mondo hanno gli stessi diritti degli uomini,soprattutto in alcuni stati.
Per esempio,in Afghanistan quando c'era il regime talebano le donne erano costrette ad indossare il burka (un lungo velo che lasciava scoperti solo i piedi) e non potevano essere istruite nè essere curate da medici maschi.Anche ora che il regime talebano è stato abbattuto,molte donne indossano ancora il burka per il culto musulmano che lo prevede.In altri paesi islamici le donne indossano lo chador,un velo che ricopre il volto, perché secondo le loro tradizioni è scandaloso per le donne stare col viso completamente scoperto.
Sempre in questi paesi la donna occupa una posizione di inferiorità anche nel mondo del lavoro;infatti quelle che si dedicano al settore terziario sono poche,quelle che si danno alla politica quasi inesistenti,insomma si occupano solo della casa ,dei figli e dell'agricoltura.
La posizione inferiore delle donne fa sì che anche il modo in cui vengono giudicate davanti alla legge sia diverso da quello degli uomini;si ricorda,a proposito di questo, la storia delle due donne africane che hanno avuto un figlio fuori dal matrimonio, perché violentate. Il governo dei loro paesi, di tendenza islamica, aveva deciso di punirle con la lapidazione.La condanna per la prima donna è stata revocata,mentre la seconda è ancora in sospeso.
Nel nostro paese queste cose non accadono, e la donna è ritenuta pari all'uomo ma posso comunque capire la condizione di queste donne che vivono questa situazione di inferiorità, esse devono lottare e cercare l'aiuto e il sostegno di noi tutti.
Pacelli Caterina 3 I
Per esempio,in Afghanistan quando c'era il regime talebano le donne erano costrette ad indossare il burka (un lungo velo che lasciava scoperti solo i piedi) e non potevano essere istruite nè essere curate da medici maschi.Anche ora che il regime talebano è stato abbattuto,molte donne indossano ancora il burka per il culto musulmano che lo prevede.In altri paesi islamici le donne indossano lo chador,un velo che ricopre il volto, perché secondo le loro tradizioni è scandaloso per le donne stare col viso completamente scoperto.
Sempre in questi paesi la donna occupa una posizione di inferiorità anche nel mondo del lavoro;infatti quelle che si dedicano al settore terziario sono poche,quelle che si danno alla politica quasi inesistenti,insomma si occupano solo della casa ,dei figli e dell'agricoltura.
La posizione inferiore delle donne fa sì che anche il modo in cui vengono giudicate davanti alla legge sia diverso da quello degli uomini;si ricorda,a proposito di questo, la storia delle due donne africane che hanno avuto un figlio fuori dal matrimonio, perché violentate. Il governo dei loro paesi, di tendenza islamica, aveva deciso di punirle con la lapidazione.La condanna per la prima donna è stata revocata,mentre la seconda è ancora in sospeso.
Nel nostro paese queste cose non accadono, e la donna è ritenuta pari all'uomo ma posso comunque capire la condizione di queste donne che vivono questa situazione di inferiorità, esse devono lottare e cercare l'aiuto e il sostegno di noi tutti.
Pacelli Caterina 3 I
Le dimissioni del papa
Oggigiorno si vive solo di “gesti estremi” e di atti forti.
In un epoca in cui fa sensazione solo la forza e la prepotenza, “gettare la spugna”, rinuciare al potere è di certo un atto rivoluzionario, controcorrente.
Questo gesto potrebbe anche essere un avvenimento che oggigiorno fa scalpore, perchè “fuori dal tempo” e inaspettato dalle coscienze. Che si attendono solo atti di forza.
Quando la “forza” nel mondo spirituale è proprio il contrario della “forza” in senso umano: la “capacità di rinunciare” appartiene solo a chi sa che non perde nulla, perchè nulla gli appartiene.
Il discepolo dello spirito sa che attraverso la rinuncia adunerà forze molto più potenti di quelle che possedeva. Rinunciare al potere come persona significa guadagnare un ruolo più glorioso, più autorità nello spirito.
Manuel Avallone 3 B
Razzismo-Non è un ideologia, è un reato.
Un problema capace di costruire barriere invisibili tra i popoli, un problema capace di ostacolare le relazioni tra gli individui. Stiamo parlando del razzismo :un problema che ancora oggi non è del tutto scomparso.
Le radici del razzismo sono antiche, i cristiani venivano perseguitati e massacrati, negli Stati Uniti vi è stato il razzismo coloniale, nel corso del secolo scorso la presunzione di superiorità della razza ariana proclamata da Hitler, ha causato lo sterminio di milioni di ebrei da parte dei nazisti; ed anche le stragi etniche di molti conflitti,come quelli in Ex-Jugoslavia, Ruanda, Burundi, Congo e Zaine, sono state compiute con motivazioni razziste.
Quando si parla di razzismo lo associamo soprattutto alla discriminazione verso colori di pelle diversi; ciò non è del tutto esatto perchè la selezione può riguardare anche il sesso, le differenze religiose, politiche, economiche e di collocazione geografica ed anche gli handicappati e gli anziani.
Da ciò scaturiscono gli atteggiamenti di intolleranza quotidiani che si verificano in molte parti del mondo. Essi possono manifestarsi in vari tipi di violenza, come gesti di scherno o minacce, o addirittura omicidio, verso coloro che sono ritenuti diversi, inferiori. Infatti il razzismo oltre a cercare delle differenze, le ingigantisce.
Spesso, attraverso gli episodi accaduti, avremmo dovuto capire quanto gravi e disastrose possano essere le conseguenze dei pregiudizi, eppure questi continuano a esistere e a manifestarsi.
Questo accade probabilmente anche perchè abbiamo l’abitudine di parlare di questo fenomeno come se fosse qualcosa che non ci riguarda. Sosteniamo che è ingiusto ma non facciamo niente di concreto per combatterlo. Bisognerebbe chiedersi se in fondo siamo davvero tolleranti e aperti verso chiunque, chiedersi come reagiremmo in una situazione reale che ci riguarda,ma soprattutto capire e far capire che valutare un individuo inferiore a un altro non è un opinione ma un reato.
Ginevra Naviglio 3 H
Razzismo:la piaga più grande.
Con il termine sporco di sangue ”RAZZISMO” si intende un insieme di teorie con fondamenti antichi che sostengono la divisione della specie umana in varie razze. Ciò,quasi sempre,sfocia in comportamenti offensivi e in violenze di tipo psicologico e corporeo. Il razzismo professa la superiorità di una razza rispetto alle altre,sostenendo che la razza superiore è quella a cui appartiene il sostenitore di ciò. Con queste teorie,i colonizzatori,incominciarono a vagare per terre lontane riducendo in schiavitù tutti i popoli ”diversi” incontrati lungo il cammino. Le teorie razziste nacquero agli inizi del medioevo,allorché i sovrani cristiani vollero assumere i beni dei banchieri ebrei e,quando in Spagna e Portogallo vennero utilizzati schiavi neri,di origine sudafricana e sudamericana. Queste teorie si svilupparono agli inizi del XIX quando si incominciarono a dilagare le teorie del superuomo e della supernazione da esperti intellettuali,ma,come abbiamo visto,già vagavano tra le meningi dei popoli europei. Il razzismo si è diffuso in tutto il globo: - negli USA con lo sterminio degli indiani d’America (citato più volte da Adolf Hitler per la sua efficacia) comprendente circa l’uccisione di cento milioni di persone. L’indifferenza dei popoli europei verso le pessime condizioni degli africani e la nascita del Ku Klux Klan che ne voleva l’eliminazione. - in Sud Africa (RSA) fino al 1994 c’erano delle leggi che impedivano ai neri di camminare sullo stesso marciapiede dei bianchi,di salire sui loro bus e di comprare ai loro supermercati - in Italia,con Mussolini e la persecuzione degli ebrei e l’odio verso gli abitanti del sud Italia da parte dei padani . Naturalmente non è diffuso solamente in questi paesi ma,questi,sono stati caratterizzati da episodi di violenza. Non è una bella cosa di cui essere famosi.
Caterina Primativo 3 H
Salviamo la nostra terra.
L’ecologia è molto importante al giorno d’oggi: tra automobili, rifiuti e industrie il nostro pianeta rischia di collassare, lesionarsi e distruggere il suo equilibrio precario. Noi possiamo salvarlo, ma serve un po’ di buona volontà da parte di tutti gli abitanti del pianeta. Dobbiamo imparare a riciclare,a buttare le carte nel cestino,a batterci contro tutti quelli che impediscono che la nostra terra sia verde.
Mano a mano, il clima, sta cambiando surriscaldandosi sempre di più. Ciò è consentito dall’effetto serra, causato dall’aumento di anidride carbonica nell’aria. Un altro problema che affligge la società contemporanea è quello dei rifiuti,caratteristici soprattutto, in Italia, delle città più a sud. E’ una vera e propria emergenza igienico - sanitaria che, nel corso degli anni, è aumentata sempre di più grazie ai clan camorristici e ad industriali senza scrupoli. Molti comuni si stanno attrezzando per la raccolta differenziata, ovvero lo smistamento dei rifiuti per permetterne il riciclaggio, ma la soluzione a questo problema è ancora lontana. Fortunatamente,le autorità dei paesi più sviluppati del mondo,si sono riuniti prima nel 1992 a Rio de Janeiro,poi nel 1997 a Kyoto,dove hanno firmato il ”Protocollo di Kyoto”,nel quale ,tutti i centoottantanove paesi presenti,si impegnavano a ridurre l’emissione di gas entro il 2012. Qualche miglioramento c’è stato,ma non radicale. Speriamo soltanto che si continui così perché,anche se piccini,i miglioramenti ci sono stati. FORZA TERRA!
Caterina Primativo 3 H
Facciamo presto a parlare ora. Chi avrebbe avuto il coraggio di denunciare ciò? Siamo ed eravamo troppo deboli!
E se dimenticassimo? No,solo i pazzi lo fanno. Non si possono gettare nel cestino 11 000 000 di vittime. Noi possiamo scegliere il silenzio,come mezzo secolo fa. Quel mondo silenzioso e indifferente,impaurito e allo stesso tempo vigliacco, incapace di far valere i propri diritti e quelli di uomini sterminati solo per la colpa di essere nati ebrei. quasi tutti tacquero,solo pochi si fecero sentire,ma la loro voce era troppo debole,le loro urla di rabbia troppo stridule. Tutto veniva cancellato,tutto sconosciuto,muto. L’Europa aveva scelto il silenzio,ma noi,avremmo fatto lo stesso? Forse si,persino le menti del 2013 sono contorte come quelle di allora. Già dall’inizio del 3° Reich,nel 1933 iniziarono a sfruttare la popolazione ebraica negli orari di lavoro che la razza ariana rifiutava. Nel 1935,praticavano iniezioni di fenolo al cuore dei pazienti ebrei più malati degli ospedali. Ma,come data dell’inizio delle persecuzioni si è scelto l’anno 1938 .Anche se,è una data sbagliata,perchè venivano maltrattati già da prima. Anche l’Italia collaborò a tutto ciò. le leggi razziali furono emanate da Benito Mussolini il 18/07/1938,in seguito alla visita estiva del dittatore nella sua città natia. IL 18/08/1938 iniziarono a sorgere i primi giornali razzisti tra i più importanti abbiamo : ”Difesa della razza” .Furono emanati dieci principi tra i quali:”esiste una razza italiana la quale deve essere preservata,gli individui che non vi appartengono devono essere sterminati”. vennero costruiti campi di concentramento come Auschwitz,Bergen Belsen, Mauthassen e tantissimi altri. Furono deportati e uccisi ben 6 000 000 di ebrei e altri 5 000 000 di individui che compromettevano la razza ariana quali zingari,serbi,membri dell’intelligencjia polacco,tedeschi oppositori del nazismo,vagabondi,venditori ambulanti,mendicanti,piccoli criminali,testimoni di Geova e omosessuali. Questi campi erano molto peggio dell’inferno,morire sarebbe stato un sollievo. I più malati ,insieme ad anziani e bambini,venivano eliminati subito,prima ammazzati nelle camere a gas e poi cremati per produrre sapone,bottoni e mattoni. I restanti venivano utilizzati per produrre armi,altre strutture per ospitare i prigionieri,strade,casa oppure venivano sfruttati per esperimenti folli del tutto inutili. Erano utilizzanti come cavie animali,anzi,anche peggio! Fortunatamente,dopo tredici anni,le grida si intensificarono e i russi fecero irruzione ad Auschwitz il 27/01/1945 liberando i pochi supersiti del massacro e facendo conoscere al mondo intero gli orrori in esso contenuti. Alla fine,08/05/1945,con il suicidio di Adolf Hitler,l’artefice degli orrori,e la sconfitta delle forze tedesche, la guerra cessò. Hitler,però,non è mai morto,vive fra noi,vive quando gli omosessuali vengono pestati,quando gli zingari rimangono stesi sul ciglio delle strade,senza aiuto,e soprattutto vive quando noi ci disperiamo per avere un gioco o un libro. Pensate a quei poveri bambini di Bergen belsen,la cui mamma si ammazzava per un pezzo di pane o di carta. A quegl’occhi spenti e privi di vita,morti,prima ancora di entrare nel campo. Sembravano pupazzi inermi e sporchi,stanchi di vivere e di lottare. Agghiaccianti. Ma di essi ci rimangono solo dei grigi mattoni.
Caterina Primativo 3 H
Razzismo: tanti colori,una sola specie!
Quando si parla di razzismo lo associamo,sopratutto,alla discriminazione verso colori di pelle diversa; ciò però non è del tutto esatto perchè la selezione può riguardare anche il sesso,le differenze religiose,politiche,economiche e di collocazione geografica.
Da ciò scaturiscono gli atteggiamenti di intolleranza,pressochè quotidiani che si verificano in molte parti del mondo e si concretizzano in vari tipi di violenze che partona dalle minacce,fino ad arrivare ad omicidio,verso coloro che vengono ritenuti diversi e,più di ogni altra cosa,inferiori;infatti il razzismo oltre a riconoscere le differenze, le ingigantisce con lo scopo di dominare,legittimando la propria superiorità.
Nella sua definizione più semplice,per razzismo si intende la convinzione preconcetta e scientificamente errata, che la specie umana sia suddivisa in “razze” biologicamente distinte,caratterizzate da diverse capacità intellettive, con l’idea che sia possibile determinare una gerarchia secondo cui “una razza” possa essere definita superiore o inferiore a un’altra.
Già nell’antichità vi erano nobili e schiavi, i cristiani venivano perseguitati e massacrati; negli Stati Uniti vi è stato il razzismo coloniale,nel corso del secolo scorso la presunzione di superiorità della razza ariana,proclamata da Hitler,ha causato lo sterminio di milioni di ebrei da parte dei nazisti; ed anche le stragi etniche di molti conflitti, sono state compiute con motivazioni che convergono nel razzismo.
I corsi e ricorsi storici ci hanno reso chiaro,dunque,quanto gravi e disastrose possano essere le conseguenze dei pregiudizi razzisti, ma a dispetto di tutto ciò questi continuano a sussistere e a manifestarsi; viviamo in una società piena di gravi problemi, dove la violenza e gli atti criminali sono all’ordine del giorno,dove il valore più importante sembra essere quello del denaro.
Vi è poi l’abitudine di parlare di questo fenomeno come un qualcosa che non ci riguarda, sosteniamo che non è giusto ma non facciamo niente di concreto per combatterlo.E’ facile fare proclami o scrivere belle frasi,bisogna vedere come ognuno di noi reagirebbe in una situazione reale che lo riguarda.Per combattere la discriminazione dovremmo,tutti noi capire e conoscere le circostanze storiche ed economiche che l’hanno prodotta,così saremo in grado di combattere le differenziazioni, e bisogna anche ricordarsi bene che valutare una “razza” inferiore a un’altra non è un’opinione ma un reato.
Lorenza Castellano 3 H
Razzismo, fenomeno da combattere
Ma è davvero un problema il colore della pelle? A quanto pare sino ad oggi sì, e lo dimostra una feroce aggressione nella Louisiana, zona nel più sud degli Stati Uniti ai danni di una giovane ragazza di nome Sharmeka. Aveva 20 anni ed era naturalmente di colore, vestiva una maglietta con raffigurato Obama, una vita buttata. Era in fiamme, dopo poco tempo trascorso a praticare jogging in un parco. E’ fisiologico pensare che l’uccisione sia dovuta a quelle classiche persone, indossanti un cappuccio bianco, i cosiddetti KKK. E’ ancora tutto da confermare e le indagini sono ancora aperte, ma cosa può succedere di più brutale? Questo movimento in generale è molto antico e risale ai tempi di Hitler, anche prima quando vi era la divisione tra i ‘neri’ e ‘bianchi’. Non potevano recarsi nello stesso ristorante, non potevano condividere lo stesso autobus, il razzismo è sempre presente e non cessa. I motivi, sono i soliti: il principale, è il colore della pelle, ma a questo se ne aggiungono molti altri, tra cui differenze religiose, politiche e economiche. I razzisti si credono superiori, assumendo atteggiamenti di intolleranza, che si trasformano il più delle volte in violenza.
Bisogna cercare di combattere questo fenomeno ingiusto considerando reato anche solo la semplice valutazione della pelle.
Martina Urciuoli 3 H
La giornata della Terra (Earth day)
La giornata della Terra,è il nome per indica il giorno in cui si celebra l’ ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Questa festa si celebra ogni anno nelle nazioni Unite, un mese e due giorni dopo l’ equinozio di primavera cioè il 22 aprile.
Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare l’ importanza delle risorse naturali, la celebrazione vuole coinvolgere più nazioni possibili, ora partecipano 175 nazioni.
Gli ecologisti ne approfittano per affrontare le problematiche della Terra : inquinamento dell’ aria,acqua e suolo,le specie in estinzione e l’ esaurimento delle risorse non rinnovabili.
Le soluzioni che permettono di eliminare gli effetti negativi dalle attività dell’ uomo;altre soluzioni possono essere: il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione in ambienti come i boschi umidi e la protezione delle specie in estinzione.
Nel 1962 venne l’ idea di una «Giornata per la Terra» e viene discussa per la prima volta.
In quegli anni c’ erano molte pretese contro la guerra in Vietnam ed al senatore Nelson venne l’idea di organizzare un “teach-in” sulle questioni ambientali.
Nelson riuscì a coinvolgere anche altri politici come Robert Kennedy, che nel 1963 attraversò ben 11 Stati del Paese tenendo una serie di conferenze dedicate ai temi ambientali.
La giornata della Terra prese importanza nel 1969 in seguito al disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara, in California, a seguito del quale il senatore Nelson decise fosse giunto il momento di portare le questioni ambientali al attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico.
I gruppi che singolarmente avevano combattuto contro l’inquinamento da combustibili fossili,contro l’inquinamento delle fabbriche e delle centrali elettriche, i rifiuti tossici, i pesticidi, la progressiva desertificazione e l’estinzione della fauna selvatica, improvvisamente compresero di condividere valori comuni. La Giornata della Terra diede una spinta determinante alle iniziative ambientali in tutto il mondo e contribuì a spianare la strada al Vertice delle Nazioni Unite del 1992 a Rio de Janeiro. Nel corso degli anni l’organizzazione dell’Earth Day si dota di strumenti di comunicazione più potenti arrivando a celebrare il proprio ventesimo anno di fondazione con una storica scalata sul monte Everest in cui un team formato da alpinisti statunitensi, sovietici e cinesi, realizzò un collegamento mondiale via satellite. Al termine della spedizione tutta la squadra trasportò a valle oltre 2 tonnellate di rifiuti lasciati sul monte Everest da precedenti missioni.
Nel corso degli anni la partecipazione internazionale al Earth Day è cresciuta superando oltre il miliardo di persone in tutto il mondo: è l’affermazione della “Green Generation”, che guarda ad un futuro libero dell’energia da combustibili fossili, in favore di fonti rinnovabili, alla responsabilizzazione individuale verso un consumo sostenibile, allo sviluppo di una green economy e a un sistema educativo ispirato alle tematiche ambientali.Spero che quest’anno parteciperanno ancor più nazioni ,perchè il tema ambientale è sempre più sentito.
Sara Fernando 2 N
Il bullismo
Nell’ età tra i 12 ai 16 anni, gli adolescenti iniziano a pensare, al proprio futuro e questo periodo è pieno di cambiamenti per l’ adolescente. Per realizzare, la propria crescità interiore, l’ adolescente mette in discussione le regole che gli adulti gli hanno in posto, per modificarle o rifiutarle e questo porta a comportamenti trasgressivi e non positivi.
L’ adolescente può trovarsi sia sulla buona strada che sulla cattiva strada e per affermare la propria autonomia ricorono all’ uso di droghe,fumo,abuso di alcool e gesti violenti. Alcuni adolescenti, sentendosi soli in questo periodo di crescità, iniziano a maltrattare i compagni di scuola più deboli,picchiandoli e ricattandoli.
Le forme di bullismo,possono essere sia verbali,che fisiche: verbali che lo prendono in giro per la statura, o per lo stile, o per la musica che ascolta e fisiche che lo picchiano.
Tutto questo può portare le vittime essendo più deboli, tal volta porta a chiudersi in se stesso, o al suicidio, o alla disperazione.
Alcune vittime riescono a uscirne insieme alla famiglia e gli insegnanti, mentre alcune vittime non avendo il coraggio di dirlo lo subiscono.
I bulli, lo fanno per sentirsi più potenti e perchè ,non avendo i genitori accanto ,sono confusi e non riescono a capire la differenza tra il bene e il male.
Sara Fernando 2 N
IL GIORNO DELLA MEMORIA
Il GIORNO DELLA MEMORIA È UNA RICORRENZA INTERNAZIONALE CELEBRATA IL 27 GENNAIO DI OGNI ANNO COME GIORNATA IN COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DEL NAZISMO, DELL'OLOCAUSTO E IN ONORE DI COLORO CHE A RISCHIO DELLA PROPRIA VITA HANNO PROTETTO I PERSEGUITATI. LA SCELTA DELLA DATA RICORDA IL 27 GENNAIO 1945 QUANDO LE TRUPPE SOVIETICHE DELL'ARMATA ROSSA, NEL CORSO DELL'OFFENSIVA IN DIREZIONE DI BERLINO, ARRIVARONO PRESSO LA CITTÀ POLACCA DI OSWIECIM (IN TEDESCO AUSCHWITZ) SCOPRENDO IL TRISTEMENTE FAMOSO CAMPO DI CONCENTRAMENTO E LIBERANDONE I POCHI SUPERSTITI. LA SCOPERTA DI AUSCHWITZ E LE TESTIMONIANZE DEI SOPRAVVISSUTI RIVELARONO COMPIUTAMENTE PER LA PRIMA VOLTA AL MONDO L'ORRORE DEL GENOCIDIO NAZISTA.
AD AUSCHWITZ, CIRCA 10-15 GIORNI PRIMA, I NAZISTI SI ERANO ROVINOSAMENTE RITIRATI PORTANDO CON LORO, IN UNA MARCIA DELLA MORTE, TUTTI I PRIGIONIERI SANI, MOLTI DEI QUALI MORIRONO DURANTE LA MARCIA STESSA.
L'APERTURA DEI CANCELLI DI AUSCHWITZ MOSTRÒ AL MONDO INTERO NON SOLO MOLTI TESTIMONI DELLA TRAGEDIA MA ANCHE GLI STRUMENTI DI TORTURA E DI ANNIENTAMENTO UTILIZZATI DENTRO A QUEL LAGER NAZISTA.
IN REALTÀ I SOVIETICI ERANO GIÀ ARRIVATI PRECEDENTEMENTE A LIBERARE DEI CAMPI COME QUELLO DI CHELMNO E QUELLO DI BELZEC MA QUESTI, ESSENDO DI STERMINIO E NON DI CONCENTRAMENTO, ERANO VERE E PROPRIE FABBRICHE DI MORTE DOVE DEPORTATI VENIVANO IMMEDIATAMENTE GASATI, SALVANDO SOLO POCHI SONDERKOMMANDO, CHE IN ITALIANO SIGNIFICA UNITÀ SPECIALE.
lA TRAGEDIA DELLA SHOA' VIENE RICORDATA OGNI ANNO CON UN OBIETTIVO BEN PRECISO : NOI RAGAZZI NON DOBBIAMO MAI DIMENTICARE QUEL CHE E' STATO !
Livia Salvyuolo 2 H
AD AUSCHWITZ, CIRCA 10-15 GIORNI PRIMA, I NAZISTI SI ERANO ROVINOSAMENTE RITIRATI PORTANDO CON LORO, IN UNA MARCIA DELLA MORTE, TUTTI I PRIGIONIERI SANI, MOLTI DEI QUALI MORIRONO DURANTE LA MARCIA STESSA.
L'APERTURA DEI CANCELLI DI AUSCHWITZ MOSTRÒ AL MONDO INTERO NON SOLO MOLTI TESTIMONI DELLA TRAGEDIA MA ANCHE GLI STRUMENTI DI TORTURA E DI ANNIENTAMENTO UTILIZZATI DENTRO A QUEL LAGER NAZISTA.
IN REALTÀ I SOVIETICI ERANO GIÀ ARRIVATI PRECEDENTEMENTE A LIBERARE DEI CAMPI COME QUELLO DI CHELMNO E QUELLO DI BELZEC MA QUESTI, ESSENDO DI STERMINIO E NON DI CONCENTRAMENTO, ERANO VERE E PROPRIE FABBRICHE DI MORTE DOVE DEPORTATI VENIVANO IMMEDIATAMENTE GASATI, SALVANDO SOLO POCHI SONDERKOMMANDO, CHE IN ITALIANO SIGNIFICA UNITÀ SPECIALE.
lA TRAGEDIA DELLA SHOA' VIENE RICORDATA OGNI ANNO CON UN OBIETTIVO BEN PRECISO : NOI RAGAZZI NON DOBBIAMO MAI DIMENTICARE QUEL CHE E' STATO !
Livia Salvyuolo 2 H
La seconda vita dei giovani
Ormai i giovani di oggi hanno una specie di ‘’seconda vita’’.
La
navigazione online e i social network conquistano maggiormente il pubblico
giovanili dai 12 ai 20 anni. per i giovani i social network i quali più diffusi
sono facebook e twitter, dove gli
utenti possono condividere e commentare immagini e video ed è anche un modo di
comunicare tra loro. L'ultimo rapporto sulla comunicazione ricostruisce una
fotografia dettagliata. Gli italiani che accedono a internet sono il 62,1% della
popolazione. È un salto in avanti rispetto a dieci anni fa, quando erano solo il
27,8%. In particolare, a esplorare l'universo online sono i giovani (90,8%), le
persone più istruite (84,1%) e i residenti in grandi città con più di 500mila
abitanti (74,4%). Anche la telefonia mobile allarga i suoi confini. A utilizzare
un cellulare è l'81,8% degli italiani, con un incremento del 2,3%: i telefonini
più evoluti sono nelle mani del 27,7% degli italiani, con un salto in avanti del
10% in un anno. A poggiare le dita sugli schermi dei tablet e ipad, invece, è il
7,8% della popolazione e il 15,1% dei giovani.
La televisione avanza ha
un pubblico che coincide sostanzialmente con la totalità della popolazione, il
98,3%, e registra un aumento dello 0,9% rispetto all'anno scorso. Ma si
diversificano i modi di guardare la tv. Si consolida il successo delle tv
satellitari (1,6%), della web tv (1,2%) e della mobile tv (1,6%). In
particolare, un quarto degli italiani collegati a internet (il 24,2%) ha
l'abitudine di seguire i programmi sui siti web delle emittenti televisive e il
42,4% li cerca su YouTube per costruirsi i propri palinsesti su misura. Sono
percentuali che aumentano tra gli internauti fra 14 e 29 anni, salendo
rispettivamente al 35,3% e al 56,6%. Anche la radio è in evoluzione: resta un
mezzo a larghissima diffusione di massa, ascoltata dall'83,9% della popolazione,
con un incremento del 3,7% in un anno. Ma conquista spazio l'ibridazione con
internet: la radio, ascoltata via web tramite il pc (2,3%) e per mezzo dei
telefoni cellulari (1,4%), soppianta un mezzo digitale di prima generazione come
il lettore portatile di file mp3 che segna una riduzione dell'1,7%.L'Italia è
ancora indietro: la Commissione europea rileva sullo scoreboard di Agenda
digitale che il 67,5% della popolazione nell'Ue a 27 paesi si connette a
internet in modo regolare, almeno una volta a settimana: in particolare, il
37,8% partecipa a social network. Gli italiani sono secondi per penetrazione
della telefonia mobile, dietro i finlandesi. Anche io spesso vado sui social
network, il sito che frequento di più è facebook anche i miei amici ormai non
usano più il telefono cellulare ma per comunicare usano appunto i social
network.
Livia
Salvyuolo 2H